sabato 16 marzo 2013

Piazza Lolli: E' Ancora Degrado!



L'Associazione Progetto Sicily Reborn e il Movimento Obiettivo Cambiamento tornano nella famosa piazza sita in Via Dante. I problemi non sono stati affatto risolti, anzi si sono accentuati nel corso del tempo. Atti vandalici ai monumenti, le palme della piazza ormai morte, prato non curato, la fontana  piena di rifiuti, cespugli che sporgono nei vialetti e molti altri problemi raccontati attraverso le foto degli attivisti scattate in data odierna sul posto.


Piazza Lolli,
una piazza abbandonata a se stessa. E' questo che un palermitano comune pensa di fronte alla situazione in cui versa la centralissima piazza sita in Via Dante. Alcuni mesi fa, sul sito Rosalio.it, furono segnalate le condizioni in cui versava la piazza. Oggi, dopo alcuni mesi, gli attivisti del Movimento Obiettivo Cambiamento e dell'Associazione Progetto Sicily Reborn sono tornati sul posto per valutare se fossero stati effettuati gli interventi di cui la piazza aveva bisogno. Purtroppo, da quello che si può evincere dalle foto scattate oggi, non solo non è stato effettuato nessun intervento ma, se possibile, le condizioni della piazza sono addirittura peggiorate.
Ecco un breve elenco dei problemi di Piazza Lolli segnalati dagli attivisti di Obiettivo Cambiamento e di Sicily Reborn:
  1. Il prato versa in condizioni pietose, con erbacce che invadono tutto il prato. Alcuni rami dei cespugli sporgono nelle stradine interne al parco, cosa che infastidisce i non vedenti di passaggio nella piazza.
  2. La pompa di benzina in disuso, presente nella piazza, è stata vandalizzata. Gli erogatori sono stati distrutti e presentano fili scoperti potenzialmente dannosi. Inoltre i vetri delle finestre e degli erogatori della pompa di benzina sono stati rotti e i cocci sono sparsi per terra (potenziale danno per animali e persone).
  3. La fontana della piazza va ripulita. L'acqua non è cambiata regolarmente e gli effetti si notano subito. Inoltre sono presenti, all'interno della fontana, numerose bottiglie di birra vuote e rifiuti urbani di vario tipo.
  4. Le palme della piazza versano in condizioni di abbandono totale. I tronchi sono pieni di buchi e le fronde delle palme risultano piegate all'indietro (tipico segno della presenza di coleottero rosso).
  5. La statua di Giovanni Meli, risulta vandalizzata dai graffitari. I graffiti andrebbero ripuliti non solo dalla statua, ma da tutte le superfici della piazza.
  6. Andrebbe fatta una pulizia straordinaria, sul modello di Piazza Franchi-Ingrassia, per togliere tutti i rifiuti urbani presenti nella piazza.
  7. Le panchine sono state vandalizzate e risultano quindi inutilizzabili.

Come si può vedere da questa lunga lista, Piazza Lolli presenta numerosi problemi, figli del disinteresse degli organi competenti. Non è possibile che le nostre piazze si riducano ogni volta in queste condizioni pietose!
Da scrivente, mi unisco all'appello delle due associazioni, le quali fanno un triplice appello: all'Amia si chiede di ricorrere ad una pulizia straordinaria della piazza, per rimuovere quantomeno i rifiuti urbani e i cocci di vetro presenti nella zona della pompa di benzina; all'Assessorato all'Ambiente del Comune di Palermo si chiede invece di elaborare un piano di riqualificazione di Piazza Lolli, la quale necessita di numerosi interventi, alcuni elencati sopra; l'ultimo appello viene invece rivolto a quella parte di cittadinanza che ha contribuito a ridurre la piazza in questo stato. A loro si chiede semplicemente di rispettare i luoghi pubblici della nostra città. Palermo è la casa di tutti i palermitani, quindi danneggiare una parte di essa significa in fondo danneggiare la nostra grande casa comune e la cittadinanza tutta.
Iniziamo a valorizzare la città da noi stessi!


Pietro Minardi e Giulio Cardile

Le foto su Piazza Lolli possono essere consultabili a questo indirizzo:

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.478748648839062.1073741825.419017588145502&type=1

venerdì 8 marzo 2013

Caso Gesip: Riflessioni Generali

Salve gente,
finalmente torno a scrivere sul mio blog. Sono stato un pò assente nell'ultimo periodo causa impegni di naturale personale. Ma adesso sono qui e torno ad affrontare con voi i temi del momento.

A Palermo il tema del momento è, alla pari delle sorti del Palermo Calcio, il caso Gesip. La vicenda riguarda i 1800 operai a rischio licenziamento della Gesip, società partecipata del Comune di Palermo. Il numero degli operai, al di la di tutto, è eccessivo, se consideriamo lo status delle casse del comune e le reali opportunità di lavoro in città.  La Gesip, in questi mesi di campagna elettorale, ha avuto tantissimo spazio mediatico, visto il valore in termini di voti che l'azienda costituisce. Certamente i lavoratori non hanno avuto un grande occhio e si sono lasciati prendere in giro a più riprese. La mancanza di una cultura di base in molti di essi, li ha portati a compiere azioni improprie rispetto alla situazione in cui si trovavano, come la distribuzione dei volantini di Crocetta nei giorni strettamente precedenti alle elezioni nazionali.

Da un punto di vista strettamente mediatico, i sindacati si sono lasciati andare a dichiarazioni un pò populiste e leggermente irrealistiche (parere personale); il sindaco ha pagato l'assenza di uno staff capace di gestire il problema, lasciandolo preda delle critiche dell'opinione pubblica; i lavoratori invece hanno pagato il loro populismo, in alcuni casi troppo accentuato, e  una cultura generale di basso profilo mostrata durante molti filmati ed interviste. Come si evince dai filmati, vi è una forte tendenza a ripetere sempre le stesse frasi, in modo scomposto e quasi anacronistico. Ripetono, in modo quasi esasperante, che "vogliono il lavoro", che "il sindaco sta mandando per strada 1800 famiglie" e che "l'unica cosa che vogliono è tornare a lavorare". Queste dichiarazioni sono lontane da una realtà di un comune come Palermo che ha rischiato a più riprese il dissesto finanziario.

Gli scioperi della Gesip sono solo gli ultimi di una lunga serie di scioperi, guarda caso in campagna elettorale, che hanno visto coinvolti impiegati di servizi pubblici (leggasi Amia, Forestali, etc.). La cittadinanza palermitana non ha ben visto gli scioperi degli impiegati della Gesip, imputando ai suddetti che:
1. Sono poco presenti sul posto di lavoro e che quei pochi che andavano a lavorare seguivano quella che io definisco la "Legge Palermo", ovvero uno lavora e venti guardano. In alcuni casi, la mancata presenza sul posto di lavoro, viene imputata all'esercizio di un secondo lavoro durante l'orario lavorativo.
2. La mancanza di competenza e di una cultura di base di un certo livello. Questa critica è mossa soprattutto dalle fasce più giovani (laureati e diplomati) costretti in molti casi ad emigrare al Nord o addirittura fuori dall'Italia, per la mancanza di sbocchi lavorativi.

E' evidente che la vox populi tende a generalizzare e ad essere troppo demagogica, ma va presa come tale. Certamente un fondo di verità in tutto questo c'è,  basta guardare uno qualunque dei video che hanno ripreso gli scioperi di questi mesi; i lavoratori intervistati, nella maggior parte dei casi, non sono certo dei laureati ad Oxford.

Concludo con il mio pensiero personale sul tema - E' certo che bisogna fare gli interessi dei lavoratori e bisogna dare sicurezza all'impiego lavorativo. E' altresì evidente che la nullafacenza di alcuni sta intaccando l'intera protesta nella sua base ideologica, facendo si che la città non sostenga, anzi attacchi, i lavoratori che protestano giustamente al fine di tutelare il proprio impiego. La mia ricetta?? Fare un piano industriale di rientro del numero dei lavoratori entro valori normali (è ovvio che 1800 lavoratori sono troppi), tutelando soprattutto coloro i quali sono stati più presenti sul posto lavorativo e hanno svolto al meglio le proprie funzioni. Il merito deve essere applicato anche nella fase successiva, ovvero quella dei controlli sul posto di lavoro e di impiego attivo delle forze disponibili. Chi non lavora, come succede in ogni azienda, va a casa e lascia la possibilità di lavorare ad altri. Il successivo sistema di assunzioni deve tenere conto della disoccupazione giovanile in città, cosa che ad oggi non avviene se consideriamo che con l'attuale sistema in vigore agli uffici di collocamento, i giovani diplomati e laureati vedranno difficilmente un posto di lavoro (il sistema attuale privilegia i cittadini componenti di ampi nuclei familiari e quelli in condizioni difficili da un punto di vista economico, senza contare gli impieghi destinati agli ex-detenuti). L'eccesso porta sempre al difetto e a pagarne le conseguenze sono sempre i giovani.

Le chance vanno date a tutti in modo equo, seguendo criteri di merito e competenza. Palermo ha un problema che è quello dell'occupazione, soprattutto giovanile. E' ora di parlarne in modo serio e di trovare adeguate soluzioni.

Pietro Minardi